Camani (Pd): “Ordinamentale su turismo e lavoro, totale distonia tra l’attività legislativa della Giunta e le esigenze di cittadini e imprese”

“L’ennesimo provvedimento al di sotto delle aspettative – non nostre, ma del mondo che sta fuori dal Palazzo – composto da appena due articoli: uno insufficiente a rispondere alle esigenze di sostenibilità del comparto del turismo e dei grandi eventi, l’altro paradigmatico di come la Giunta interpreta la funzione istituzionale come occupazione del potere”.

Questo il netto giudizio della Vicecapogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani in merito all’ordinamentale in materia di Grandi Eventi e di politiche del lavoro del quale era relatrice di minoranza, approvato oggi dall’Aula di palazzo Ferro Fini.

“La semplificazione non può tradursi nel ridurre al minimo il confronto in Consiglio e nelle Commissioni competenti – puntualizza la Vicecapogruppo – attività di controllo incluse, perché ciò non produce alcun miglioramento oggettivo nel quotidiano di cittadini e imprese. Per quanto riguarda il turismo, in una fase dove l’intero settore dopo essere stato sotto scacco della pandemia per due anni e oggi è nuovamente in forte difficoltà a causa degli scenari di guerra, l’unica proposta per semplificare la vita delle imprese turistiche si traduce in semplificare la vita della Giunta nella definizione del calendario dei grandi eventi. C’è una distonia profonda che esiste tra l’attività legislativa e il mondo reale”.

“La semplificazione delle politiche del lavoro – aggiunge Camani – si limita invece alla presidenza del Comitato tecnico-scientifico che supporta l’Osservatorio sul mercato del lavoro. Poiché non si trova nessun professore esperto in materia disposto farlo a costo zero, la soluzione dell’assessore Donazzan è quella di mettere il direttore di Veneto Lavoro, ovvero l’ente che dovrebbe recepire i suggerimenti del Comitato, tramite l’Osservatorio: una scelta singolare, il proponente e l’accogliente coincidono. È fisiologico che il presidente non avrà alcun interesse ad avanzare proposte o approfondimenti che non siano in linea con ciò che decide come direttore di Veneto Lavoro. In Commissione avevamo chiesto che fosse il Comitato al suo interno a scegliere liberamente a chi assegnare la presidenza, idea bocciata perché non è funzionale alla necessità dell’assessore di controllare tutto: non solo ciò che fa l’ente strumentale, ma anche l’azione di un organismo tecnico-scientifico”.