Trasporto pubblico locale in Veneto. “Scenario drammatico per assenza di investimenti regionali. serve un netto cambio di rotta”.

“Lo spaccato veneto nell’ambito del trasporto pubblico è drammatico: le aziende sono virtuose, addirittura tra i primi posti nazionali per ricavi da traffico ed utenti trasportati. Ma sono in coda se guardiamo alla classifica delle contribuzioni regionali. Maglia nera anche per quanto riguarda il parco mezzi, il Veneto ha bisogno di una netta virata. Sia attraverso un aumento massiccio degli investimenti di fonte propria. Sia riportando in capo alla Regione l’organizzazione e la gestione del settore, come proposto in apertura di legislatura dal presidente Zaia ma senza attuare alcuna riforma. E riducendo i doppioni di linea per liberare risorse a favore di segmenti attualmente scoperti dal servizio”.

La fotografia è stata scattata oggi nel corso di una conferenza stampa del PD Veneto tenuta dal vice presidente della Commissione Trasporti, Jonatan Montanariello e dalla capogruppo Vanessa Camani.

L’analisi del quadro riguardante il trasporto pubblico locale in Veneto viene supportata da una serie di cifre illustrate alla stampa (leggi il dossier).

A partire da quelle inerenti la contribuzione di fonte regionale: “sebbene l’ultimo anno di riferimento statistico sia il 2019, bisogna tenere presente – hanno precisato Montanariello e Camani – che questi numeri sono assolutamente attuali. E rendono evidente che il Veneto è al penultimo posto, davanti solo alla Campania, nella retribuzione di risorse proprie. Parliamo del 2,35% rispetto al Fondo TPL nazionale, a fronte di una media delle altre Regioni pari al 20% e di realtà come Lazio e Lombardia che sono al 52,21% e 45,50%. Basti pensare agli stanziamenti risicatissimi per ferro e gomma dell’ultimo triennio: meno di 15 milioni per il primo ambito e circa 500 mila euro per il secondo, con il 2023 a zero. La quasi totalità dunque delle risorse a disposizione, oltre 400 milioni, sono statali. Così come gli oltre 267 milioni ricevuti per i servizi aggiuntivi ed i mancati ricavi provocati dalla pandemia”.

Secondo gli esponenti dem “questa assenza determina lo svuotamento del servizio nei territori, il dirottamento dei servizi sulle tratte turistiche per fare profitto oltre a politiche di riduzione dei costi del lavoro nelle aziende. Eppure le aziende venete risultano essere tra le più virtuose, considerato anche il fatto che sono stati migliorati quegli elementi di inefficienza che ne limitavano le performance. Questo ci ha portato ai primi posti per livelli di passeggeri trasportati e ad essere virtuosi nei ricavi da traffico”.

Per i consiglieri regionali del PD Veneto “la politica di disinteresse del governo regionale costringe le aziende a dover lavorare su economie di scala. A spostare il loro baricentro sul turismo. E a farne le spese in molti casi sono studenti, pendolari, e dipendenti del settore. Zaia aveva promesso una riorganizzazione della governance del Tpl nella prima seduta del Consiglio regionale di questa legislatura. Ma siamo ormai a meta mandato e ancora attendiamo. È arrivato il momento di un cambiamento netto”.

In conclusione Camani e Montanariello hanno annunciato che “la Regione ha abdicato al proprio ruolo di riorganizzazione dei servizi, facendo sostanzialmente da passacarte. Questo produce trasporti che non incrociano i bisogni dei cittadini, costi insostenibili per gli utenti, una proliferazione degli operatori e delle compagnie che rende ingovernabile la gestione collettiva del servizio, oltre alla graduale obsolescenza dei mezzi. Quella della gestione dei trasporti sarà una delle priorità delle politiche del Partito Democratico in Veneto. Chiediamo soldi veri, per invertire una situazione che vede una insostenibilità non solo per i cittadini ma anche per i lavoratori. Il servizio pubblico nei trasporti è indispensabile, per garantire un diritto sacrosanto, per tutelare fasce sociali sempre più ampie che si trovano in difficoltà e anche, come abbiamo dimostrato con questi numeri, per valorizzare un settore dalle forti potenzialità in termini di sviluppo economico”.

Venezia, 20 giugno 2023