Ieri sera a Padova, grazie al Centro Studi Ettore Luccini, insieme a Rosy Bindi, abbiamo cercato di rispondere a questa domanda.
Il Sistema Sanitario Nazionale è in crisi da tempo, colpito pesantemente da 15 anni di tagli lineari e da una programmazione non adeguati ai bisogni crescenti di una popolazione che invecchia.
Ma la sanità pubblica non è solo la risposta di cura al bisogno di salute delle persone. Può essere, e deve diventare, vettore di benessere collettivo, funzionale alla crescita sociale ed economica delle società moderne.
Un vero e proprio investimento sociale.
Solo una sanità pubblica realmente universale può contrastare le diseguaglianze ingiuste che le cure non accessibili in egual misura a tutti determinano.
Il Veneto, un tempo modello di gestione e organizzazione dei servizi sanitari, dimostra oggi crepe profonde: politiche di bilancio che sottofinanziano da anni la spesa socio-sanitaria del territorio, scelte fondate sull’esclusivo obiettivo del risparmio, indebolimento progressivo della presenza territoriale a partire dalle cure primarie e dalla prevenzione, riduzione dei servizi ospedalieri, scivolamento verso la privatizzazione della sanità. E dunque liste d’attesa per le prestazioni mediche interminabili e carenza strutturale di personale medico e sanitario.
Non c’è più tempo da perdere.
Si deve invertire presto la rotta.