Una battaglia di civiltà

Preoccupa ma non stupisce ciò che emerge da questa inchiesta de L’Espresso (leggi l’articolo – clicca qui), che finalmente mette in luce anche a livello nazionale la pressione politica con cui i medici veneti devono lavorare ogni giorno. Pressioni che inducono a isolare chi osa contraddire il racconto del Doge, a punire chi si permette di denunciare una situazione ormai insostenibile, premiando invece coloro che si ostinano a dire che “va bene tutto, madama la marchesa”.

Preoccupa ma non stupisce la richiesta di anonimato, talvolta addirittura con voci e volti camuffati, dei tanti medici e infermieri che in questi mesi stanno denunciando il sovraffollamento delle strutture, la mancanza di attrezzature, i turni disumani a cui sono sottoposti. Spiega bene le dinamiche del “sistema Veneto”, in cui diventa pericoloso per la propria carriera contraddire il pensiero unico che da 20 anni governa questa Regione, anche quando quel pensiero è totalmente sconnesso dalla realtà.

Su questo terreno va combattuta una battaglia di civiltà, che non può riguardare solo la politica, ma deve coinvolgere tutti settori della nostra società.