Schiavonia – Camani: “L’auspicio è che la Bassa Padovana possa riavere il suo ospedale”

“La nuova mobilitazione in difesa dell’ospedale di Schiavonia e più in generale della sanità pubblica è inevitabile. Visto che il numero dei ricoverati è in discesa e la pressione sui reparti di terapia intensiva si è allentata, come ripete quotidianamente Zaia, è il momento di chiudere il Covid Hospital, assicurando una ripartizione dei pazienti nelle varie strutture del territorio e riaprendo il Pronto soccorso del Madre Teresa, primo passo per il ritorno alla normalità. Non è possibile, dopo due anni, insistere ancora sulla stessa strada”.

È quanto affermano la Vicepresidente della Commissione Sanità in Consiglio regionale Anna Maria Bigon con la Vicecapogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani, annunciando la propria adesione alla manifestazione in programma sabato 19 febbraio alle 10.30 davanti all’ospedale di Schiavonia.

“Sono state fatte scelte sbagliate e penalizzanti – proseguono le due Consigliere – confermate per assenza di pianificazione, riconvertendo ospedali che erano l’unico presidio sanitario per ampi bacini di utenza, improvvisamente privati di un servizio fondamentale. Abbiamo visto, a Schiavonia come a Villafranca e non solo, che con la riconversione molti medici lasciano per andare a esercitare altrove: una fuga che è una condanna per la sanità pubblica”.

“Nonostante le proteste di amministratori, cittadini e operatori non è cambiato niente – la denuncia delle due esponenti dem – anziché insistere con le strutture dedicate, la Regione potenzi i servizi sul territorio e investa nel personale”.

“Mancano ancora due settimane alla manifestazione – concludono Bigon e Camani – l’auspicio è che da qui al 19 il Covid Hospital venga chiuso e la Bassa Padovana possa finalmente riavere il proprio ospedale perché, purtroppo, ci sono anche altre patologie da curare”.