Regione Veneto: sempre e solo condoni

La logica della destra è sempre la stessa. Cambia il settore, cambia lo strumento, cambia il proponente, ma sempre di condoni si parla.

Questa settimana ne abbiamo visti ben due.

Il primo, sulla Legge Forestale, riguarda gli interventi privi di autorizzazione su terreni sottoposti a vincolo idrogeologico (qui puoi ascoltare il mio intervento). Le misure previste per la regolarizzazione di lavori non autorizzati sono troppo blande e assomigliano ad una sanatoria generalizzata. Così non va, perché non solo si concede a chi ha commesso l’abuso di sanare, a fronte di sanzioni irrisorie, ma soprattutto perché così si apre a futuri abusi!

Il secondo, invece, in tema urbanistico. C’è un problema oggettivo da affrontare e cioè la definizione dello stato legittimo degli edifici costruiti prima del ’67 quando non era necessario un titolo edilizio. Insomma un problema reale ma affrontato con una soluzione sbagliata. Infatti, invece di scegliere meccanismi di regolarizzazione trasparenti e oggettivi, penso alla verifica con i dati del catasto ad esempio, si è preferito introdurre una sorta di sanatoria (a rischio incostituzionalità, come la già annullata legge regionale 50/2019) che, limitandosi al titolo di agibilità o abitabilità, può sanare, di fatto, tutto (qui puoi ascoltare un estratto del mio intervento in Consiglio).

Io penso che siano segnali sbagliati, soprattutto in una fase in cui la tolleranza verso abusi e prepotenze dovrebbe essere fortemente rivista, in particolare in Veneto.

Ho presentato diversi emendamenti, tutti puntualmente bocciati, per ridurre l’impatto di questi interventi. Ma, purtroppo, sui condoni non c’è mai spazio di mediazione.