Domani in aula la relazione sulla seconda ondata Covid

Domani arriva in aula la discussione sulla conclusione dei lavori della Commissione d’inchiesta sulla seconda ondata della pandemia in Veneto.

Abbiamo tutti un’unica responsabilità: capire cos’è successo.

In Veneto nella seconda ondata, da ottobre 2020 a marzo 2021, si registrano oltre 8.000 decessi per Covid, sono decine di migliaia i ricoveri ospedalieri, i contagi non si fermano. Di fronte a questi numeri noi abbiamo il dovere di comprendere cosa sia accaduto e se le cose avrebbero potuto andare diversamente.

Lo dobbiamo ai familiari delle vittime, a chi ha sofferto, al personale sanitario che si è sacrificato. Non si tratta di un processo sommario ma della ricerca della verità.

Soprattutto alla luce del fatto che, sebbene non esista un manuale di istruzioni, dopo la prima ondata disponessimo di un patrimonio informativo e infrastrutturale che avrebbe dovuto metterci al riparo da una tragedia dalle dimensioni così rilevanti. Dal lavoro della commissione è emerso un quadro chiaro di responsabilità politiche che ha volutamente ignorato la probabilità di diffusione del virus e l’impatto che il contagio poteva avere sul sistema sanitario.

La Regione del Veneto sembra aver scelto di evitare le restrizioni necessarie all’isolamento del virus e il Presidente Zaia sembra avere di fatto aggiunto all’obiettivo fondamentale della lotta al virus il tema del consenso personale, rinunciando ad assumersi la responsabilità di scelte probabilmente impopolari.

La pandemia ha imposto a tutte le istituzioni di mettere la salute pubblica e la sua tutela al di sopra di ogni altra necessità. Durante la seconda ondata in Veneto questo non sembra essere avvenuto.