Zaia, commentando le anticipazioni sul pronunciamento della Consulta, ne minimizza la portata giuridica e politica. In realtà ieri la Consulta ha bocciato aspetti fondamentali della legge, evidenziando i pericoli e i limiti strutturali dalla legge scritta da Calderoli e avallata dalla presidente Giorgia Meloni. La Corte esplicita un impianto chiaro.
Conferma la legittimità costituzionale dell’autonomia differenziata ma ne rigetta con forza l’interpretazione divisiva e conflittuale della Lega, riportandola sul piano della sussidiarietà collaborativa.
Archivia definitivamente la richiesta zaiana di tutte e subito le 23 materie. Smonta le millantate pretese di residui fiscali. Ribadisce il protagonismo del Parlamento nella definizione del processo di devoluzione. Insomma, l’autonomia differenziata quale riorganizzazione delle funzioni amministrative e legislative finalizzata al miglioramento dei servizi ai cittadini sì, ma non fatta come ha detto Zaia.