Il presidente Zaia ha esultato per la legge sull’Autonomia, approvata a colpi di maggioranza, senza aver raggiunto nemmeno il 50% dei voti alla Camera, senza una discussione aperta e persino mal sopportata dalla maggioranza stessa.
E arriva persino a definire il referendum abrogativo come divisivo e addirittura antidemocratico. Parole gravi, che dimostrano come il presidente Zaia sia mancante di spirito autenticamente democratico.
Se in questa vicenda c’è qualcosa che spacca in due l’Italia è proprio il modo con il quale è stata introdotta la legge Calderoli. Imposta in modo arrogante, unica via che rimaneva a Zaia e alla Lega, incapaci di convincere tutti gli italiani sulla loro proposta.
È evidente il livore e il fastidio del presidente nei confronti di un’iniziativa popolare che offre ora ai cittadini la possibilità di esprimersi, chiedendo l’eliminazione di questa riforma che rischia di aumentare le diseguaglianze tra territori e tra persone. Auspico che il presidente Zaia accetti il confronto politico e popolare, che è insito in una consultazione referendaria, e non pontifichi dall’alto della sua presunzione.
La sua prepotenza deve finire.