Con Donazzan, educazione all’affettività in salsa medievale.
Con questa cultura retrograda non ci possono essere speranze che dalla Regione Veneto possa partire una vera battaglia contro le discriminazioni e le violenze sulle donne. Ancora una volta, infatti, l’assessora alle pari opportunità, Elena Donazzan, dimostra la sua impronta medievale, tanto per usare un eufemismo.
Non solo ha organizzato, a nome della Regione, un convegno sull’educazione all’affettività che nega ogni traccia di cultura patriarcale, ricercando sostanzialmente la causa dei femminicidi nella eccessiva emancipazione della donna.
Ma a completare l’opera, l’assessora afferma testualmente che “se diventassi capo del mondo, non farei nidi, ma darei soldi alle mamme per stare a casa con i figli”.
Insomma, per la Donazzan l’unica funzione delle donne sarebbe quella dell’accudimento, alla faccia di tutte quelle donne che hanno ambizioni di realizzazione personale diversa dalla maternità.
Mettere in contrapposizione la costruzione di un legittimo progetto di vita femminile con la scelta di essere madri è quanto di più vergognoso e offensivo si possa pensare. E che diviene grave se affermato da chi avrebbe istituzionalmente il compito di tutelare le pari opportunità.
Il silenzio del presidente Zaia appare come una pesante corresponsabilità.