La vicenda di Mestrino, nel padovano, dove un centro di sanità privato ha deciso di allargare la propria offerta all’ambito dei medici di famiglia, è preoccupante.
Si tratta del segnale inequivocabile di uno slittamento del sistema pubblico verso un modello nel quale solo a chi ha possibilità economiche vengono garantiti quei diritti alla salute sanciti dalla Costituzione Italiana.
Non possiamo accettare che la carenza dei medici porti a questa deriva.
Purtroppo tutto era previsto e, non a caso, in questi anni abbiamo ripetutamente invocato alla Giunta regionale un intervento deciso in termini di investimenti, sia per rimpinguare le carenze di personale, tra medici ospedalieri, di famiglia ed infermieristico, sia per assicurare livelli di stipendi più adeguati.
Bisogna rendere più attrattive queste professioni di importanza cruciale, assicurando condizioni di lavoro accettabili.
Ciò significa anche fornire ad esempio ai medici di famiglia il dovuto supporto in termini di personale amministrativo, in grado di alleggerire la mole di impegno burocratico che grava quotidianamente.
Senza dimenticare la necessità di assumere con bando un numero di infermieri che vada a colmare in toto l’attuale carenza.
Con il caso di Mestrino abbiamo superato il livello di guardia.
Una vicenda che deve essere interpretata come l’ultimo appello alla Regione, prima del punto di non ritorno. Per questo chiediamo ancora all’assessore Lanzarin un confronto istituzionale urgente: non si può far finta di nulla.