Fine vita: Stop che segna un passo indietro della politica rispetto alla società.

Sono profondamente delusa per questa bocciatura della legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito.

Il Veneto aveva l’occasione per porsi all’avanguardia e di dare un segnale forte, di cambiamento rispetto ad un immobilismo che vede comunque il Parlamento primo responsabile.

Sono state tradite le attese e le speranze di tanti cittadini che nella nostra regione hanno sottoscritto questa proposta e soprattutto di chi vive sulla propria pelle una condizione di sofferenza insopportabile.

Come Partito Democratico abbiamo sostenuto convintamente questa proposta. Emerge il dato politico relativo al fatto che le parole e le indicazioni del presidente Zaia sono cadute nel vuoto da parte di oltre la metà della sua maggioranza: una spaccatura profonda che non può essere giustificata dalla libertà di coscienza e che sta alla base dello stop alla legge.

Al tempo stesso siamo molto dispiaciuti per il voto espresso dalla consigliera Anna Maria Bigon, alla quale abbiamo riconosciuto piena legittimità e libertà.

Detto ciò, il rammarico sta nel fatto che la consigliera, pur consapevole che il suo voto avrebbe fatto da ago della bilancia, cosa che le è stata ricordata, non abbia optato per una scelta diversa, dimostrando così un atteggiamento non rispettoso e che acuisce le distanze all’interno del gruppo.