500 mila firme in pochi giorni. Un dibattito pubblico importante che ha infiltrato le file della stessa maggioranza di Governo. Eppure, la destra continua ad essere sorda alla richiesta legittima di chi si sente italiano ma non viene riconosciuto come tale.
Si tratta di ragazze e ragazzi che in Italia sono nati da genitori stranieri, oppure che nel nostro Paese sono cresciuti, qui hanno frequentato le scuole fin da bambini, qui hanno già imparato, nella loro esperienza quotidiana, ad essere cittadini italiani. Eppure, nessuno sembra volersi accorgere di loro, determinando una discriminazione inaccettabile che coinvolge diritti sociali, civili, politici.
L’attuale legge sulla cittadinanza consente di inoltrare la richiesta per diventare cittadini italiani solo al compimento della maggiore età, sempre che i requisiti stringenti lo consentano e sapendo già che molti anni ancora dovranno trascorrere per l’accoglimento di tale richiesta, trasformando così questi ragazzi in cittadini di serie B.
Oggi in Italia, nelle nostre scuole, 1 bambino ogni 10 ha un background migratorio. Di fronte a questo dato di realtà serve una risposta coraggiosa: riconoscere la cittadinanza italiana ai bambini nati da genitori stranieri che risiedono legalmente in Italia da almeno un anno e riconoscere la cittadinanza a chi, nato all’estero da genitori stranieri, frequenta almeno un ciclo di studi in Italia, a partire dalla scuola dell’infanzia.
Questi ragazzi hanno bisogno dell’Italia. E l’Italia ha bisogno di loro.
Ho depositato, insieme ai colleghi del Gruppo PD, una Risoluzione in Consiglio regionale per chiedere al Parlamento di riparare questa ingiustizia. E come Partito Democratico stiamo depositando mozioni simili nei Consigli comunali della nostra Provincia.
Questo è il tempo giusto per far crescere i diritti. Mobilitiamoci insieme!
