Ho rinnovato oggi in aula di Consiglio, dopo la richiesta scritta già messa agli atti, l’invito al presidente Zaia a riferire su come intenda procedere in merito all’indizione delle prossime elezioni regionali.
Il clima di incertezza che si è creato a causa dell’ambiguità del presidente, è incompatibile con la prevedibilità necessaria che deve accompagnare le scadenze elettorali.
Un’ambiguità aggravata dalle dichiarazioni del ministro dell’interno, che ha aperto alla possibilità di tenere le consultazioni nella primavera 2026, e da quelle del Ministro Calderoli, che alludono ad una richiesta ufficiale di Zaia al Governo per prorogare la legislatura regionale.
È inoltre una situazione conflittuale con la Costituzione e la legge nazionale che assegnano indiscutibilmente allo Stato la competenza esclusiva nella definizione della durata degli organi elettivi regionali.
Serve invece chiarezza e certezza, nel rispetto delle scadenze istituzionali che non possono essere piegate ad opportunismi di parte. Solo in Veneto e solo per Zaia, a pochi mesi dalla naturale scadenza, non abbiamo certezza sulla data del voto.
Proprio con l’intenzione di mettere un punto di chiarezza, ho deciso di presentare una proposta di modifica della legge elettorale regionale, contenente l’eliminazione della finestra primaverile.
Per il bene della Regione e per eliminare ogni dannosa ambiguità.
È davvero vergognoso trascinare il Veneto in questa situazione, solo ed esclusivamente per i destini personali del presidente uscente.