“Bassa Padovana senza ospedali: dopo un anno Schiavonia non può essere una struttura dedicata esclusivamente ai pazienti Covid”

“Dopo un anno Schiavonia è ancora Covid Hospital, una situazione insostenibile per gli abitanti della Bassa Padovana, poiché è la struttura sanitaria di riferimento, oggi privata anche del Pronto soccorso per gestire le emergenze. È doveroso pensare al ritorno alla normalità, facendo ripartire gradualmente le attività e mantenendo un reparto per i pazienti Covid, come accade in altri nosocomi. Regione e Ulss hanno un piano con delle tempistiche o dovremo restare in perenne attesa, fin quando la pandemia sarà definitivamente alle spalle?”.

A chiederlo è la vice capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani, che ha presentato un’interrogazione rivolta all’assessore Lanzarin, sottoscritta dalle due rappresentanti dem in commissione Sanità, Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, e dal collega Andrea Zanoni.  “Schiavonia deve tornare ad avere il doppio binario prima possibile, attraverso una programmazione sanitaria precisa che finora è mancata”.

“La seconda ondata e terza ondata erano prevedibili, ma rispetto a marzo 2020 per gli Ospedali Riuniti Padova Sud è cambiato poco o niente. Terapia Intensiva, Unità Coronarica e Cardiologia, Stroke Unit sono rimaste chiuse, sospesi i ricoveri e gli interventi non urgenti per accogliere i pazienti Covid degli altri distretti. Questo mentre nel resto della regione, viste la maggior diffusione del virus, sono stati allestiti reparti ad hoc in ogni ospedale, lasciando l’interruzione delle attività solo come extrema ratio. Perché non può essere così anche a Schiavonia, che, grazie alla sua struttura modulare particolarmente versatile, consentirebbe una compresenza in sicurezza di patologie Covid e non?”.

“Più volte – sottolinea ancora Camani – il personale sanitario ha denunciato le difficoltà e la sensazione di non essere in grado di garantire adeguatamente il diritto alla salute dei pazienti del territorio, anche per l’assenza di strutture alternative nella Bassa Padovana. A un anno dallo scoppio della pandemia è inaccettabile che la situazione sia sempre la stessa: la Regione batta un colpo e dica finalmente quali sono le sue intenzioni sul futuro dell’ospedale”.