Ancora un femminicidio in Veneto

Anche per Giada, anche stavolta, stiamo assistendo ad una narrazione giustificativa del delitto.

Ma non c’è nulla che possa spiegare, o peggio giustificare, quanto accaduto per la cinquantesima volta in cinque anni in Veneto, se non la violenza inaccettabile di un uomo contro qualcosa che riteneva di sua proprietà.

Le parole sono importanti, si dice sempre. E allora usiamole con serietà.

Questo femminicidio non è causato da uno scatto d’ira, dalla paura del carnefice di perdere la relazione con la compagna e di non rivedere più il figlio.

Come se la scintilla del delitto avesse un’origine amorevole e piena di buoni sentimenti.

Con il rischio terribile di stravolgere la realtà e di rendere in qualche modo colpevole la vittima.

Questi uomini sono assassini ingiustificabili: questo dovrebbe essere il messaggio inequivocabile se vogliamo davvero rendere efficace ogni tentativo di diffondere una cultura del rispetto e per la libertà delle donne.