Un progetto di legge per istituire il “Contributo di Libertà” per le donne vittime di violenza domestica

La violenza contro le donne è un dramma del nostro tempo. La maggior parte dei maltrattamenti avviene in famiglia ed è inflitta dall’uomo da cui le vittime sono, o sono diventate nel tempo, economicamente dipendenti.

Non avere risorse per mantenere se stesse e i propri figli è spesso uno dei fattori che impediscono alla donna maltrattata di uscire dal rapporto violento. Intervenire con un sostegno economico concreto può consentire a tante donne di liberarsi dai soprusi.

Oggi già esistono percorsi protetti, presso i Centri antiviolenza e le Case rifugio, che consentono alle donne vittime di violenza di allontanarsi dal maltrattante.

Ma molto spesso, dopo il periodo di protezione, le donne devono riconquistare la loro libertà e la loro autonomia. In questa fase, in assenza di sostegno economico, c’è il rischio vero che le donne siano costrette a rientrare presso la fonte di violenza.

Ecco perchè ho presentato il Progetto di legge per l’istituzione del “Contributo di libertà” (clicca qui per scaricare il Progetto di legge).

Attraverso l’erogazione di un contributo economico al termine del percorso di protezione le donne saranno in grado di sostenere le piccole spese necessarie ad iniziare una vita libera. Le spese abitative, l’acquisto dei mobili per la nuova casa, le spese per l’istruzione dei figli diventano ostacoli insormontabili se non si hanno risorse economiche.

Si tratta di offrire alle donne che hanno subito violenza una possibilità concreta di riscatto.