60 anni dal disastro del Vajont

Il 9 ottobre 1963 una frana dal Monte Toc precipitò nelle acque del bacino della diga del Vajont. Morirono 1.910 persone a causa dell’onda terribile che ne derivò.

Oggi sappiamo perché avvenne questa strage.

Sappiamo che fu colpa dell’uomo, delle sottovalutazioni che anticiparono la tragedia, dell’uso irresponsabile del territorio che venne attuato, della ricerca del profitto come unico obiettivo.

A sessant’anni da quel dramma dobbiamo ricordare cosa accadde.

Ma celebrare le vittime di allora, tenerne viva la memoria, oggi significa soprattutto, come ha detto oggi il Presidente Mattarella, “saper apprendere la lezione”.

Il Presidente, che ha scelto di essere presente al sessantesimo anniversario di quei drammatici fatti, ci ha saggiamente richiamati a “saper governare, con lungimiranza, gli squilibri che ci interpellano”.

E allora non basta impegnarsi perché tragedie come quella del Vajont non si ripetano. Oggi serve impegnarsi affinché sempre l’uso sulla natura sia rispettoso, sempre si accudisca l’ambiente, sempre prevalga sull’interesse economico la cura del bene comune.