Era da anni che non accadeva che negli Atenei veneti tornasse la categoria degli “studenti idonei non beneficiari”. Si tratta di persone che, pur avendone diritto, non riceveranno il pagamento della borsa di studio.
Nella sola Università di Padova saranno più di 2.400. Da qualche giorno, infatti, è stata pubblicata la graduatoria delle borse per l’anno accademico in corso e l’Ateneo padovano ha già annunciato che per migliaia di matricole non ci sono i fondi necessari al versamento di quanto dovuto.
Si tratta di un fatto grave, che mette nega il diritto allo studio a tanti studenti che per ragioni economiche hanno necessità del sussidio per poter frequentare l’Università, una decisione pesante che rischia di compromettere il percorso di studi di tante ragazze e ragazzi.
Il pagamento delle borse viene garantito principalmente dallo Stato. Le Regioni sono chiamate al co-finanziamento. In Veneto già da anni le risorse stanziate a bilancio dalla Giunta Zaia non sono state sufficienti a coprire tutte le borse degli studenti ritenuti idonei. E già da anni gli Atenei corrono in soccorso, sia con stanziamenti straordinari per le borse, sia anticipando le somme della stessa regione, che paga poco e in ritardo.
Per il 2023 però neppure così saremo in grado di liquidare quanto dovuto. Complice l’aumento dell’importo delle borse e l’allargamento della platea dei beneficiari, mancano all’appello oltre 4,5 milioni di euro, che la Regione sembra intenzionata a non stanziare.
In una fase delicatissima come quella che stanno vivendo tante famiglie, questa ingiustizia pesa come un macigno sul futuro di tante ragazze e tanti ragazzi.
Molti di loro rischiano di dover rinunciare all’Università.
Non possiamo permettere che il diritto all’istruzione sia basato sul censo. Mancano poche settimane all’approvazione del prossimo bilancio regionale.
Il nostro impegno sarà massimo affinchè Zaia e Donazzan trovino le risorse necessarie per colmare questa ingiustizia.