La notizia dell’indagine su 12 persone per inquinamento ambientale e omessa bonifica nei cantieri della Pedemontana veneta conferma quanto denunciamo da tempo: le gallerie di Malo e Sant’Urbano presentano criticità gravi, note da anni, rispetto alle quali la Regione non ha mai voluto fare piena chiarezza. Bene che la Procura faccia il suo lavoro, ma dov’è la politica? Dov’è la responsabilità di chi avrebbe dovuto vigilare?.
Con atti e interrogazioni in Consiglio regionale, tra tutti la mozione del 23 luglio proposta dal Gruppo PD abbiamo sollevato più volte la questione della contaminazione da PFAS e sostanze inquinanti legate ai lavori delle gallerie di Malo e Sant’Urbano. Malgrado i nostri allarmi, la Giunta non ci ha mai risposto. Eppure, i dati di Arpav e il successivo dossier di Ispra parlano chiaro: nei materiali di scavo e nelle acque di percolazione è stata rilevata la presenza di Pfba, ed esiste un “rischio imminente” che va scongiurato. Si tratta, di fatto, delle stesse sostanze che hanno già avvelenato le nostre falde in passato e per le quali il Veneto sta ancora pagando un prezzo altissimo.
La Regione non ha approfondito, nelle fasi autorizzative, la caratterizzazione dei materiali poi depositati nelle cave di prestito, né ha imposto adeguati controlli. Quando le prime evidenze sono emerse, non ha fatto nulla per prevenire un danno ambientale che oggi rischia di diventare irreversibile.
Oggi è necessario agire subito. Servono investimenti consistenti nella depurazione delle acque contaminate, utilizzando i carboni attivi per prevenire l’immissione di sostanze tossiche nelle falde potabili, e va avviata immediatamente la bonifica dei siti di cava dove sono stati stoccati i materiali di risulta della Pedemontana. Bisogna agire subito. Arrivare in ritardo, come nel caso dell’inquinamento della Miteni, per il quale solo oggi si finanzia l’esame epidemiologico per le popolazioni impattate dalla contaminazione, è un fatto gravissimo. Non possiamo tollerare ancora leggerezza di fronte alle questioni che rischiano di impattare pesantemente sulla salute delle persone.
Chiediamo con tutta la nostra voce che la Regione Veneto protegga l’ambiente e la salute dei cittadini. Non è accettabile che la “reputazione” della Pedemontana quale opera pubblica fondamentale dell’era Zaia valga di più della necessità di tutelare la salute delle persone. Perché il prezzo di questa retorica rischiano di pagarlo i cittadini del Veneto, ancora una volta. Dopo la Miteni, il rischio è di rivivere la stessa storia: un disastro annunciato che si poteva – e si doveva – fermare.



