Opzione Donna. Risoluzione in Consiglio.

Insieme ai colleghi abbiamo depositato in Consiglio Regionale una Risoluzione che chiede al Governo di ripristinare i requisiti precedenti le modifiche restrittive apportate dall’ultima legge di bilancio per l’accesso ad “Opzione Donna”.

Da alcuni anni, infatti, la legge riconosce alle lavoratrici alcune facoltà privilegiate di accesso al pensionamento anticipato.

Il Governo Meloni, infatti, in maniera assolutamente incomprensibile, ha scelto di penalizzare le donne che lavorano, legando la possibilità di acceso a questo strumento al numero di figli e introducendo strette notevoli ai requisiti necessari.

Quello imposto dal governo della destra è un vero e proprio attacco al diritto delle donne di poter scegliere se andare in pensione prima degli uomini, considerando che, purtroppo, il lavoro di cura e i carichi familiari, che si sommano all’impiego lavorativo, pesano ancora troppo spesso solo sulle spalle delle donne.

A conferma di come non basti avere una donna a Presidente del Consiglio per vedere realizzate politiche a favore delle donne. E a conferma di come leadership femminili che non si impegnano quotidianamente per le donne rischino di essere persino più pericolose di quelle maschili.

Perché il “soffitto di cristallo” non si rompe come singola. Si rompe solo se riesci davvero a migliorare le condizioni di vita di tutte le donne. Colpire le lavoratrici, discriminarle sulla base del numero di figli o impedendo a migliaia di esodate di accedere all’anticipo pensionistico di Opzione Donna è, oltre che ingiusto, profondamente maschilista.