In Consiglio Regionale, in questi mesi di discussione sul Recovery Plan, abbiamo fin da subito criticato il Piano Regionale di Ripresa e Resilienza redatto da Zaia nel novembre 2020, ritenendolo fuori fase, poco efficace e non idoneo a far arrivare in Veneto le risorse necessarie.
Oggi, al termine della discussione in aula avvenuta martedì, siamo soddisfatti per l’evidente inversione di marcia della maggioranza su questo punto. Con il voto favorevole alla nostra Risoluzione in Consiglio regionale oggi quel piano è archiviato e si apre per la nostra regione una nuova opportunità nella quale crediamo molto: definire velocemente e insieme le proposte concrete per i cittadini e le imprese del Veneto.
L’Europa ci offre una possibilità, indicando linee di azione e mettendo a disposizione risorse importanti. A noi il compito di trasformare questa opportunità in cambiamento.
Ma alle critiche, precise e puntuali, rispetto al vecchio Piano, fatto solo di nuove strade e vecchie ricette, abbiamo risposto con una Risoluzione ampia e corposa, costruita da proposte concrete e soluzioni innovative. Ci siamo concentrati sulle linee di indirizzo offerte dall’Europa e su queste abbiamo aperto un dialogo, che giudichiamo proficuo, con le parti sociali del Veneto per individuare priorità e prospettive.
Transizione ambientale, digitalizzazione ed inclusione sociale sono le tre grandi sfide che riguardano l’Italia e il Veneto. Alcuni obiettivi sono a portata di mano, grazie alle grandi ricchezze dei nostri territori: un piano per l’economia circolare finalizzato al riciclo e non all’incenerimento e che coinvolga anche il settore produttivo, investimenti nella innovazione digitale della scuola messa a dura prova proprio in questi giorni con la didattica a distanza, la valorizzazione del Terzo Settore come motore straordinario per la sussidiarietà nella cura e nei servizi alla famiglia.
Ma tanti altri progetti hanno bisogno di coraggio.
Il coraggio di ammettere, innanzitutto, che oggi il Veneto campione per Pil, produzione, reddito pro-capite e numero di occupati, sta pagando oggi un conto salato: per la pandemia, che ha colpito le imprese qui più che altrove, per il consumo di suolo, troppo spesso sacrificato per il profitto privato, per i livelli di inquinamento, i più alti d’Italia.
Ora, di fronte a queste grandi questioni, non pensiamo che possano bastare piccoli correttivi o la mera riproposizione di progetti fermi da decenni. Serve, invece, un progetto nuovo di lungo periodo, che miri a trasformare la società e il sistema produttivo del Veneto.
Rimane un rammarico: la maggioranza ha bocciato la nostra richiesta di raccogliere queste sfide aprendo un confronto, organico e fattivo, con tutte le forze politiche, economiche e sociali. Proprio perché non si tratta di trattative tra partiti nel Palazzo bensì di un accordo aperto, trasparente e partecipato. Un Patto per il Veneto, del territorio e per il territorio, che definisse l’ultimo miglio delle politiche europee e nazionali, per un progetto che protegga persone e imprese, che disegni un sistema produttivo più robusto, che definisca una società più giusta.
Risoluzione n. 10 – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza:
la sfida per un nuovo Veneto digitale, ‘green’ e inclusivo (clicca qui).