Direttori generali Ulss in pensione: “vicenda grave e preoccupante. Dove sono Zaia e Lanzarin?”

“La Regione sapeva per tempo del collocamento in quiescenza dei quattro direttori generali? Ha preso tempestivamente i relativi provvedimenti? Ha mai valutato le conseguenze relative alla scelta di incaricare persone già prossime alla pensione per motivi anagrafici? E ancora: la Regione ha opportunamente valutato l’impatto di questa situazione sulla validità degli atti sottoscritti dai direttori generali dopo il loro collocamento in quiescenza? E infine: la Regione, se non lo ha già fatto, intende verificare la sussistenza di simili condizioni relative alla posizione di altri dirigenti dell’amministrazione regionale?”.

Queste alcune delle domande che ho posto a Zaia nell’interrogazione (clicca qui per il testo) che ho presentato insieme ai consiglieri di opposizione. Occorre verificare subito la correttezza delle decisioni della Regione rispetto alla posizione dei quattro dg delle Ulss Berica, Marca Trevigiana, Serenissima e dell’Azienda ospedaliera di Padova, che per mesi hanno percepito il compenso per l’incarico di direttore generale anche una volta andati in pensione.

L’articolo 5, comma 9 del D.L. 6/7/2012, n. 95, convertito dalla legge 7/8/2012, n. 135, ulteriormente esplicitato dalla Circolare n. 6/2014 del Ministro Madia, da diversi pareri del Consiglio di Stato e da un parere del Dipartimento della Funzione Pubblica, vieta espressamente alle pubbliche amministrazioni di conferire incarichi dirigenziali a soggetti già lavoratori pubblici o privati collocati in quiescenza, fatta salva la possibilità di conferire tali incarichi a titolo gratuito e con il limite di un anno per gli incarichi direttivi e dirigenziali. La circolare inoltre precisa che ‘le amministrazioni eviteranno comportamenti elusivi, consistenti nel conferire a soggetti prossimi alla pensione incarichi e cariche il cui mandato si svolga sostanzialmente in una fase successiva al collocamento in quiescenza’. La sopraesposta disciplina – si scrive – riguarda anche le amministrazioni regionali e le cariche dei Direttori delle Ulss.

E’ grave che in questa vicenda, che riguarda anche il valore etico oltre che tecnico della pubblica amministrazione, Zaia e l’assessore Lanzarin siano completamente latitanti, come se il problema non li riguardasse.

Il problema invece è soprattutto politico, non solamente di carattere tecnico.

Ed è ancora più grave che il direttore generale della sanità veneta, Luciano Flor, invece che affrontare la situazione continui a prendere tempo, agganciandosi ora ad un parere pro veritate di parte che tira in ballo la normativa legata all’emergenza Covid e strumentalizza la pandemia per giustificare ciò che appare essere un abisso di natura amministrativa e politica. Le indiscrezioni di stampa, che lasciano immaginare che questi quattro non siano casi isolati, getta un’ombra ancora più preoccupante sul sistema sanitario regionale.

Le misure straordinarie, infatti, adottate per l’emergenza Covid-19 riguardanti il personale sanitario in quiescenza, e in particolare l’articolo 2bis, comma 5, del D.L. n. 18/2020 e l’articolo 3bis del D.L. n. 2/2021, entrambi prorogati fino al 31/12/2022, escludono, per la diversa natura della funzione, l’estensibilità anche ai direttori generali in questione.