La proposta, lanciata dal presidente del Cnel Renato Brunetta, di ospitare nel sito di Porto Marghera un rettore nucleare di ultima generazione, appartiene ad un repertorio già visto, fatto di dichiarazioni estemporanee e che sfuggono ad ogni approfondimento che solo un dibattito serio può garantire.
L’esternazione di Brunetta si inserisce nel quadro del piano nucleare del governo. Ma proprio attorno a questo piano gravano molte perplessità. Non c’è chiarezza su tempi, costi e sicurezza. E inoltre siamo ancora ben lontani dalla soluzione del problema legato alla gestione delle scorie radioattive pregresse. E se oggi il Veneto può essere chiamato a contribuire alla sfida energetica, meglio sarebbe partire da una proposta fondata su energia green e fonti rinnovabili.
Questo a maggior ragione quando si parla di Marghera, che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di attività produttive ambientalmente non compatibili. E in ogni caso, ogni proposta dovrebbe articolarsi dentro un confronto dal basso, in cui cittadini e territori siano protagonisti.