Bilancio 2021. Camani: “privo di scelte di responsabilità per affrontare emergenza”

“Un bilancio ordinario, nonostante l’emergenza straordinaria che stiamo vivendo. Un bilancio senza scelte coraggiose, che evita assunzioni di responsabilità”. Così Vanessa Camani, Pd, vicepresidente della commissione Bilancio del Consiglio e correlatrice in aula della manovra di bilancio in aula, giudica lo strumento finanziario di previsione per il 2021 approvato oggi a palazzo Ferro-Fini.

“I consiglieri del Pd hanno votato contro, nonostante alcune proposte della nostra manovra emendativa siano state accolte – spiega Camani – Il voto contrario finale intende evidenziare le contraddizioni e l’ambiguità di questa manovra finanziaria che non è orientata da direttrici politiche chiare. Il bilancio previsionale 2021-23 dichiara tra gli obiettivi programmatici il sostegno al piccolo commercio dei centri storici ma, nel contempo, prevede aperture indiscriminate di centri commerciali di medie e grandi dimensioni; dice di promuovere l’internazionalizzazione e la vocazione all’export delle imprese venete e poi prevede come unico investimento infrastrutturale la Superstrada Pedemontana Veneta che servirà a collegare la periferia di Vicenza con quella di Treviso e non ad offrire al Veneto quello sbocco a nord atteso da decenni; sostiene di voler valorizzare turismo e cultura come settori strategici e poi applica tagli indiscriminati ai capitoli dei due settori; vuole investire nella sicurezza urbana integrata e nel contempo taglia le politiche sociali di coesione”.

“Tutte scelte contraddittorie – ribadisce Camani – come il presunto modello veneto di gestione della pandemia da Sars Cov-2. Invece un ‘modello veneto’ per la gestione Covid non esiste, come dimostra la differenza nei risultati di gestione tra la prima fase, quando c’è stato il lockdown deciso dal governo nazionale, e la seconda fase, nella quale la diffusione del contagio appare capillare. Anche di fronte alla crisi pandemica, l’amministrazione Zaia continua ad oscillare tra la finzione rassicurante di un Veneto in ‘area gialla’ e la rivendicazione di indennizzi da ‘area rossa’ “.