Recovery: PD, promuovere adesso patto per Veneto 2030. Tra le priorita’ energie rinnovabili e digitalizzazione

VENEZIA, 13 MARZO – Le risorse del Recovery Fund sono un’occasione straordinaria da mettere al servizio di un progetto di rilancio e sviluppo del Veneto, per una Regione digitale, green e inclusiva, i tre indirizzi dati dalla Commissione Europea per il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Chiediamo percio’ alla Giunta di promuovere fin da adesso un ‘Patto per il Veneto del 2030′ coinvolgendo tutti i soggetti protagonisti di questa partita. Lo propone alla Giunta il gruppo regionale del Pd, chiedendo di coinvolgere in questa progettazione enti locali, associazioni di categoria, e ambientaliste, sindacati, Camere di commercio, Universita’, Ufficio scolastico regionale, realta’ del Terzo settore e del volontariato, e banche. Il Pd ha presentato in una conferenza stampa le priorita’ legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza, oggetto di una risoluzione che sara’ discussa martedi’ prossimo a Palazzo Ferro Fini. Il nostro è un programma sul futuro del Veneto. Il Prrr (Piano regionale di ripresa e resilienza), deliberato dalla Giunta a novembre con 155 progetti, e’ ormai superato e in larga parte inapplicabile proprio per come era costruito, visto che non seguiva le tre direttrici fondamentali, unico modo per portare a casa risorse per il territorio. Il Patto deve contenere obiettivi chiari, come la neutralità carbonica entro il 2050 e l’uso esclusivo di rinnovabili entro il 2035 come ha messo nero su bianco già l’Emilia Romagna. Gli ultimi due Governi vogliono investire fortemente su questa fonte rinnovabile per eccellenza. Il Veneto ha tutto per ospitare hub per ricerca e produzione, mettendo in rete atenei, categorie economiche e mondo dell’impresa. Ma finora dalla Regione nessuno ha detto niente. Di priorità sul fronte della digitalizzazione ha parlato la vice capogruppo Vanessa Camani: “Le direttrici – ha detto – sono soprattutto due, pubblica amministrazione e scuola. Per quanto riguarda la prima, servono investimenti finalizzati a semplificare i rapporti con le imprese, aiutandole ad essere competitive. Se per sbrigare una pratica impiego lo stesso tempo online o recandomi di persona in ufficio non serve a niente. Per la scuola, invece, siamo di fronte ad una grande sfida: le chiusure rigettano nell’angoscia le famiglie venete. Con la Didattica a distanza, lo scorso anno, abbiamo sperimentato come la scuola non in presenza acuisca le diseguaglianze. Cio’ che serve, al contrario, e’ un grande progetto di innovazione digitale in cui le famiglie costrette alla Dad abbiano una possibilita’ in piu’ e non una penalizzazione”.