“Dopo quasi 20 anni che se ne parla, sembra che oggi esista un progetto definitivo del Grande raccordo anulare di Padova. Peccato sia avvolto nel mistero e che gli amministratori locali non siano stati informati. Così come avvolte nel mistero sembrano le intenzioni della Giunta”. La preoccupazione arriva da Vanessa Camani, vice capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, che ha presentato un’interrogazione e una richiesta di accesso agli atti per avere una copia del progetto definitivo dell’opera. “Su questa infrastruttura, peraltro molto controversa, la Regione ha sempre dimostrato un atteggiamento altalenante e contraddittorio. Adesso che la presidente del Cda di Gra, Luisa Serato, ha consegnato la proposta e si è dimessa, non senza qualche polemica, non ci sono più scuse: Zaia e l’assessore De Berti dicano chiaramente quali sono le intenzioni e se si degneranno di coinvolgere i Comuni interessati”.
“La proposta di project risale addirittura al 2006 e la Regione ha dichiarato il ‘pubblico interesse’ nel 2008 – ricorda Camani – Eppure l’istruttoria del Comitato scientifico regionale sulle condizioni di fattibilità dell’opera non è stata ancora completata, nonostante le sollecitazioni della società e nonostante il suo inserimento nel Piano dei trasporti 2020-2030. Inoltre si tratta di un intervento viabilistico molto impattante, che coinvolge tanti Comuni del padovano. A quanto pare, nel progetto definitivo sarebbero presenti una serie di ipotesi di adeguamenti tecnici per superare le criticità segnalate dal territorio, senza però che sia dato sapere come tali problemi vengano risolti. Non possiamo accontentarci delle indiscrezioni apparse sulla stampa. Giudico poco serio questo modo di procedere: la Regione ha il potere di incidere pesantemente sugli assetti urbanistici e viabilistici dei territori, non può mancare nel coinvolgimento dei Sindaci e delle comunità locali. Perciò ho presentato anche una richiesta di accesso agli atti: vogliamo capire anzitutto quali sono le modifiche proposte al tracciato e in che modo impattano sui Comuni padovani. Su questo tema è indispensabile confrontarsi con le amministrazioni locali per arrivare a una soluzione condivisa”.
Leggi il Mattino di Padova 10 aprile 2021
