Il ritrovamento di scritte di matrice nazista, fascista e razzista all’interno dello stabilimento Zilmet di Limena non può passare nel silenzio.
In primo luogo, perché non si tratta di un fatto isolato, ma si inquadra in una scia di episodi che lasciano poco tranquilli: nessun luogo di lavoro può infatti diventare ostaggio di facinorosi della peggior specie, che inneggiano a dittature, atrocità e discriminazioni.
Auspico che, a partire dalle strutture dirigenziali dell’azienda, si faccia luce sui responsabili di questi atti. E che, nell’ambito delle proprie competenze, anche l’assessorato regionale al lavoro possa accendere un faro.
Proprio nei giorni del referendum, indetto per rafforzare tutele e regole democratiche nel mondo del lavoro, questi fatti risultano a maggior ragione inaccettabili.



