Libertà per Patrick Zaki

Patrick Zaki è uno studente, un ricercatore dell’Università di Bologna, a cui è arrivato dopo aver vinto una borsa di studio europea, un attivista dei diritti umani, un cittadino, un ragazzo, che come noi condivide percorsi di studi in questo grande continente.

Questa è una mozione vecchia di tre mesi, che con dispiacere è ancora attuale. Le ambizioni di vedere Zaki rilasciato sono ancora ferme al palo ed è dal 7 febbraio 2020 che questo studente dell’Università di Bologna è detenuto in maniera irregolare nelle prigioni egiziane, senza prove, senza processo, indagato con accuse pretestuose; molti avvocati, molti intellettuali, molti cittadini lo hanno definito “prigioniero di coscienza”.

Abbiamo voluto presentare questa mozione perché, a nostro giudizio, la reclusione di Zaki va oltre la dimensione umana e privata ed è diventata, anche per il nostro Paese, un simbolo della battaglia per i diritti civili contro le ingiustizie. Il tema delle discriminazioni, delle violenze che i regimi totalitari ancora oggi esercitano in molti Paesi al mondo, le violazioni dei diritti umani e civili, l’indifferenza che sembra esserci anche in questo Consiglio, mentre affrontiamo un tema così delicato, io penso che sia il tema del nostro tempo, penso che sia il tema che i giovani ci chiedono di porre al centro della nostra agenda. Non si fa politica a livello regionale senza avere la visione e la profondità che ci impone di guardare a ciò che accade agli studenti delle nostre università, che vengono privati dei loro diritti civili nei Paesi in questo momento governati da regimi totalitari.

Quindi, con questa mozione, chiediamo di sostenere l’istanza per il conferimento della cittadinanza italiana a Patrick Zaki, sia per consentire al nostro Paese, attraverso la sua rappresentanza diplomatica al Cairo, di seguire tutte le udienze, le istanze processuali, le condizioni di detenzione di questo che, ricordiamo, è solo un ragazzo e da oltre un anno è in carcere in Egitto, ma anche per continuare a sostenere nei consessi internazionali ed europei l’immediato rilascio di tutti i prigionieri di coscienza, finiti in carcere solo per aver detto quello che pensano, in maniera pacifica, rispetto ai diritti umani, e anche per continuare ad esercitare una pressione sulle autorità egiziane, rispetto alle quali c’è un problema legato, appunto, ai diritti alla libertà, ai diritti di espressione, al diritto di associarsi e di manifestare pacificamente.

Ecco, io credo che sostenere l’istanza di conferimento della cittadinanza italiana per Patrick Zaki significhi anche riconoscere a lui e a tutti i cittadini che vengono in Europa per studiare, riconoscere un valore a questa cittadinanza, intesa come un’appartenenza comune ad un insieme di valori, di principi, che dovrebbero caratterizzare un sistema democratico e liberale in cui oggettivamente l’effettiva applicazione dei diritti umani e civili diventa cruciale. Essere cittadini italiani significa poter esercitare il diritto alla libertà, esercitare il diritto di opinione, ribadire il diritto all’inviolabilità delle persone. Ecco, tutto questo significa offrire a Patrick Zaki, la cittadinanza italiana, che significa anche riconoscere che sul caso di Patrick Zaki, come sul caso di Giulio Regeni, l’Italia vuole anche esercitare il diritto alla verità che appartiene ai cittadini di questo Paese e che noi, votando questa mozione, possiamo confermare.