Nuovo stabilimento DAC a Mestrino, ennesimo caso di conversione di aree agricole tramite SUAP. Regione cosa fa per mettere un argine a consumo del suolo e a iter autorizzativi meno appropriati rispetto alle procedure VIA?

La provincia e il comune di Padova detengono il primato della più alta percentuale di suolo consumato: rispettivamente, con il 18,70% e il 49,80% di superficie cementificata.

Eppure, si va avanti su questa strada: un caso emblematico è quello del progetto per un nuovo stabilimento produttivo a Mestrino, presentato da DAC S.p.A.. 

Ho presentato un’interrogazione sulla vicenda, inquadrandola in un contesto più generale che da anni ISPRA disegna con numeri impietosi attraverso i suoi report. Nel caso DAC parliamo di una superficie agricola di oltre 78 mila metri quadrati da convertire per l’insediamento di un polo che comporterebbe un considerevole aumento di traffico locale.

Un flusso in entrata/uscita giornaliera dallo stabilimento che viene così quantificato nella stessa relazione tecnica generale relativa alla richiesta di approvazione del progetto: 210 autovetture, 20 bilici da 17 metri, 70 mezzi di medie dimensioni e autocarri; 5 van di fornitori vari. Per consentire un tale andirivieni di mezzi pesanti, il progetto necessita di un adeguamento della rete viaria, con ampliamenti della sede stradale e nuovi innesti, dunque ulteriore asfalto e conseguente impermeabilizzazione del terreno, oltre a quello legato alla edificazione dei blocchi deposito e uffici.

Il punto critico messo al centro dell’interrogazione riguarda il fatto che malgrado gli elementi fortemente impattanti che emergono da progetti come questo, si registra un trend inarrestabile di autorizzazioni tramite i SUAP: dalla Relazione Tecnica Generale, si apprende infatti che DAC intende chiedere ‘l’avvio della procedura di Sportello Unico in variante dello strumento urbanistico’. 

La Giunta regionale non ritiene sia più appropriato far assoggettare tali richieste a procedure, come la VIA, atte a valutare, in via preventiva alla realizzazione delle opere, gli effetti sull’ambiente e sulla salute delle persone?

E cosa sta facendo di concreto per arrestare l’aumento progressivo del consumo di suolo e per raggiungere l’obiettivo del consumo netto di suolo pari a zero per il 2050?