Poter vivere le città in piena sicurezza è un diritto indiscutibile.
E rispetto al quale, a Padova, sono state messe in campo innumerevoli iniziative anche grazie alla collaborazione dei residenti e delle associazioni.
Ma pensare di risolvere problemi così complessi, legati non solo al degrado urbano e alla microcriminalità, ma anche all’esclusione sociale e alla povertà, con strumenti come le zone rosse, che comprimono la libertà e criminalizzano interi quartieri e chi li abita, è inutile e pericoloso.
Inutile perché risponde solo a finalità di propaganda e a logiche punitive.
Pericoloso perché invece che contrastare il degrado attiva una lotta contro le persone, lasciando intatte le cause profonde dei problemi.
La sicurezza può essere garantita, soprattutto in maniera strutturale e duratura, senza bisogno di ricorrere a scorciatoie che penalizzano interi quartieri e comunità locali.
Se davvero il governo vuole fare qualcosa di utile per sostenere le amministrazioni locali che devono misurarsi con questi problemi complessi, aumenti la dotazione organica delle forze dell’ordine, i presidi del territorio, i sostegni alle fasce di esclusione sociale, e abbandoni quelle logiche di ghettizzazione e marginalizzazione rappresentate dalle zone rosse.


