Attorno al progetto di realizzazione di un mega polo logistico di ben 150.000 metri quadri nel territorio comunale di Tribano, la Giunta regionale ha il dovere di svolgere un ruolo di verifica, a tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
Su questa vicenda ho depositato un’interrogazione in Regione.
Va detto innanzitutto che l’amministrazione comunale sta adottando un atteggiamento di forte chiusura al confronto, sia istituzionale presso il tavolo tecnico che nei confronti della cittadinanza, fortemente preoccupata per l’impatto che ricadrà su un’ampia area caratterizzata da terreni agricoli e zone umide.
Si temono infatti gravi danni collegati all’impermeabilizzazione del terreno, all’enorme consumo di suolo, all’aumento del traffico pesante, alle emissioni in atmosfera, all’aumento dell’inquinamento acustico e al generale aumento delle patologie nella popolazione.
Non solo: a conferma di questa condotta ‘blindata’, l’amministrazione ha scelto la data del 7 agosto, periodo di generale inattività, per porre all’ordine del giorno del Consiglio comunale l’approvazione della Variante Parziale n. 7, passaggio necessario per la realizzazione del polo logistico. Insomma si procede con modalità che escludono il coinvolgimento della comunità locale e del comitato ‘No Polo Logistico Tribano’, riducendo al lumicino il livello di trasparenza che sarebbe dovuto.
Per l’approvazione della Variante la commissione VAS (con parere n. 171/2024) ha imposto precise raccomandazioni, prevedendo che, prima dell’approvazione della Variante medesima, il Comune di Tribano debba obbligatoriamente trasmettere alla autorità competente ‘la dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano o il programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate.