Pedemontana Veneta. Ministro Salvini dichiara inutilizzabili gli utili Cav. Ma 25 milioni sono già stati autorizzati e trasferiti per ripianare il gap spese-entrate. E adesso come si risolve il pasticcio?

Dalla risposta ad un’interrogazione sulla Pedemontana Veneta che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha fornito mercoledì nel corso del question time alla Camera, emergono nuove ombre sull’opera e sulla sua gestione. In particolare attorno al nodo dell’utilizzo degli utili di Cav per colmare il gap fra spese ed entrate.

Il Ministro ha infatti testualmente dichiarato che ‘l’ipotesi che gli utili di Cav finiscano alla Pedemontana non è realizzabile: i proventi da pedaggio di Cav, infatti, sono vincolati a interventi viari strategici per la viabilità regionale’.

Dispiace che questo trasferimento sia già stato effettuato con la variazione di bilancio regionale lo scorso novembre; tutto questo dopo uno scambio triangolare di lettere tra Regione, Cav e Mit, e al termine del quale, seppur in ritardo rispetto al termine dei 30 giorni dopo i quali scatta il silenzio-assenso, il dicastero guidato da Salvini concede il benestare alla richiesta della Giunta regionale di destinare una parte cospicua degli utili di Cav proprio alla Pedemontana.

Per l’esattezza 25 milioni su un totale di 34,8. Di fatto, Salvini dichiara la no appropriatezza di un utilizzo di risorse autorizzato dal suo stesso ministero, peraltro a valere anche per il 2025 e per il 2026. Quindi che si fa, a questo punto?

Quali saranno le conseguenze?

Chi ha ragione e chi ha gestito questa vicenda erroneamente, aggiungendo opacità ad una già preoccupante assenza di trasparenza sui costi reali di un’opera che, unica cosa assodata, costerà ulteriori 150 milioni di euro nel prossimo triennio alle casse regionali?

Esigiamo immediata chiarezza attorno a quello che ha tutta la parvenza di un pasticcio. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione dalla quale ci attendiamo risposte vere e non, come sempre, cortine fumogene.